Nascosto nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso, Pietracamela è un affascinante borgo antico costruito interamente in pietra, intriso di storia, avvolto e cullato dalle maestose e imponenti vette della catena montuosa più alta degli Appennini. Questo angolo segreto e paradisiaco, con il suo patrimonio di bellezza naturale e ricchezza culturale, offre una scenografia indimenticabile e unica, per vivere emozioni indimenticabili.
Questo luogo speciale è originale anche nel nome la cui genesi è ancora misteriosa: Petra, Petra Cameria, Petra Cumerii, e mentre per la prima parte del nome l’origine è certa, deriva da Preta, che in paleo-italico indica il masso (roccia, pietra) sul quale è costruito il borgo, la seconda parte conserva il mistero, si associa alla roccia a forma di gobba di cammello che si scorge dal paese, oppure all’invasione dei Cimerii provenienti da Oriente (Petra Cimmeria) o a Petra Cacumeria , vale a dire “pietra in cacumine”, “pietra in sommità”.
La storia di Pietracamela, annoverata dal 2007 tra i Borghi più belli d’Italia, parte da lontano, nel XII sec., quando le popolazioni limitrofe vennero costrette a rifugiarsi tra i monti inaccessibili per sfuggire alle invasioni, ma la prima fonte storica certa è una pergamena del XIII sec, che riporta la nomina di un parroco di S. Leuty de Petra. Nella sua storia Pietracamela è stata feudo dei conti di Pagliara, governatori della Valle Siciliana, e in seguito degli Orsini. Nel 1526 Carlo V donò tutta la valle al condottiero spagnolo don Ferrante de Alarçon y Mendoza. Il borgo fu rifugio delle bande dei "briganti" legittimisti, tra loro Matteo Manodoro che, alla fine del settecento, a capo di una banda di armati, fedeli alla dinastia borbonica, ingaggiò una violenta e sanguinosa lotta contro l'esercito francese venendo sconfitto e Pietracamela assediata dai francesi che ne depredarono le chiese delle suppellettili più preziose.
Tra i personaggi che hanno dato lustro e notorietà al borgo e che hanno molto amato questo gioiello tra le vette va ricordato il pittore Guido Montauti nato a Pietracamela nel 1918, vissuto a lungo a Parigi. Fondatore della corrente artistica della "del pastore Bianco". Fu autore, tra l'altro, di interessanti pitture rupestri, ubicate nella zona circostante il centro abitato. L’artista vive la sua fanciullezza in un eden, quello dell’incontaminata bellezza della natura che Pietracamela ancora oggi conserva.
Il fascino di Pietracamela risiede nei suoi mille volti e nelle sue mille storie, scolpite nella roccia e narrate dal vento. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, lasciando intatto il sapore di un passato che rivive nel presente, nelle sue strade, nelle sue piazze, nelle sue chiese.
Il turismo lento è ciò che più si addice ad un luogo della tradizione, che appartiene alla natura e alla storia e va esplorato senza fretta. Una delle gemme del borgo incastonata tra le case antiche e le viuzze anguste è senza dubbio la Chiesa di S.Giovanni Battista, datata 1432. Vicino alla chiesa molto interessante anche la casa Signoretti forse l’unica casa gentilizia del borgo, la si riconosce da due bifore con colonnine tortili che la distinguono dal resto del borgo che è caratterizzato da un reticolo di vicoli e scale e da case in pietra che sembrano costruite senza un progetto o un disegno, affiancate tra loro e spesso incastrate l’una nell’altra. Altro interessante luogo che si trova sulla sommità del borgo è la piccola chiesa di San rocco risalente al 1530, che sembra quasi nascondersi tra le case, nata a seguito della epidemia di peste che falcidiò la popolazione.
Di sera, nel cuore del borgo di pietra, è molto suggestivo passeggiare tra i vicoli illuminati, un presepe reale che, in estate, viene animato anche da eventi all’aperto per godere del fresco della sera.